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Parronchi .:. Studi su la dolce Prospettiva

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Parronchi, Alessandro, Studi su la dolce Prospettiva. Milano 1964.
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Description
Parronchi, Alessandro,
Studi su la dolce Prospettiva. Milano: Martello, 1964. XII, 675 Seiten mit Abbildungen auf Tafeln und Register. Leinen mit Schutzumschlag. 4to. 274 x 188 mm. 1917 g
* Leicht bestossen, die untere Ecke der Seite 609/610 ist verfaltet beschnitten (Produktionsfehler) ohne Beeinträchtigung des Textes.
Bestell-Nr.160252
Parronchi | Kunstgeschichte | Kunsttheorie | Quattrocento | Perspektive | Prospettiva | Prospectiva | Brunelleschi

ALESSANDRO PARRONCHI
STUDI SU LA DOLCE PROSPETTIVA
I saggi raccolti da Alessandro Parronchi in questo volume sono il frutto di un'attenzione all'arte del Trecento e del Quattrocento che si fonda sulla ricostruzione storica della teoria artistica propria di quei secoli, che possono considerarsi il periodo più felice della tradizione figurativa italiana.
La prospettiva costruita, o prospectiva artificialis, del Quattrocento, oggetto di discussione da parte degli storici dell'arte moderni, il metodo brunelleschiano per fissare sul piano di un dipinto le forme che appaiono all'occhio, che s'impose agli artisti per la sua lucida razionalità. Ma assai prima che queto metodo fosse scoperto e applicato, gli tisti avevano attentamente studiato la scienza dell'ocalio con l'aiuto dei trattati di per„ -specrira sive communis, cioè di ottica. II risveglio di questo interesse s'avverte a partire dalla seconda metà del XIII secolo nell'opera dei maestri Pisani, in Giotto, ecl è oggetto di poetiche definizioni nella media di Dante. Dopo il quale avvio le ricerche procedono, e gradatamente vanno spostandosi da un campo di puro diletto con, templativo verso il difficile confronto con le esperienze, finché, a traverso una serie di sforzi integrativi, si giunse, nel 1424-'25. alla conquista del Brunelleschi, Ma se il Ghiberti, tra il 1447 e il 1455, si sforza di rias sumere nel suo terzo Comrvengario la scienza ottica nel suo complesso, C' segno che la sua posizione ideologica è contro la scoper. ta brunelleschiana, e contro la codifjcaz.ione che di questa scoperta aveva dato nel 1431 l'Alberti nel Della pittura.) L'interesse per l'ottica, lungi dall'esti.nv guersi all'avvento della prospettiva costruita, permane dunque assai oltre nel X VO secolo, come è testimoniato dai Commentari del Ghiberti„ e come risulterà evidente in Leonardo.
Questa la traccia su cui si muovono i sage centrali del volume del Parronchi, dove ragione» e le « misure dell'occhio » ghibertiane sono sottoposte per la prima vol ta a un'analisi approfondita, Alla luce di confronti convincenti con l'ardua materia dei trattati di ottica, il Parronchi ricostruuto questo che, rispetto alle conquiste del Brunelleschi e della sua cerchia, può considerar si il versante in ombra » dell'arte del Qualtrocento fiorentino: dallo studio su Paolo Uccello (del 1957} all'altro sul Ghiberti (del 1961) è qui delineato sicuramente un aspetto dell'arte quattrocentesca che si può dire fosse stato finora solo vagamente sospettato. Ne è derivata una « messa a lucco dello stesso « versante in luce nei saggi sul nelleschi (del 1958-'59) e sull'Alberti (del 1959'62), che tendono, rispetto a interpretazioni culturalmente suggestive ma non di rado arbitrarie che ne sono state date finora, a restituire alla a scoperta di latl)tatorio dcJ Bruncllescbi, nella minuta desunzione dai resti scientifici del suo che trattano delle leggi di riflessione dello specchio piano, e nell'aspetto rudimentale della sua formula, zione iniziale, il suo valore di prima intrusione nell'operarc artistico. Accanto ai saggi sulla altri se ne al' lineano con recuperi di opere sconosciute I Taddeo Gaddi. Donatello} e restituzioni at (tibuuvc ( Brunelleschi, Pado Uccello. Leon Battista Albert.ii Piero della Francesca}. Que sti studi, frutto di una lunga attenzlone ai resti del nostro grande patrimonio figurativo, preparano il terreno a riesame deli'intera arte del Trecento e del Quattrocento, consideratu, oltre che nella felicità del suo spxrito creativo, anche ywll'aspetto piò segreto del contributo reso alla formazione del pensiero, nonché del costume scientifico dell'età moderna.
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